Cos’è un satoshi?

Un satoshi è la più piccola unità di misura di bitcoin, perciò un singolo satoshi rappresenta una centimilionesima parte di un bitcoin. Per metterlo in prospettiva, 1 Bitcoin (BTC) è equivalente a 100 milioni di satoshi.

Origine del termine satoshi

Il termine è stato introdotto per la prima volta nel forum Bitcointalk il 15 novembre 2010 tramite il quale l’utente ribuk proponeva il termine satoshi per identificare i centesimi di bitcoin^[1]. La discussione andò avanti e il 10 febbraio 2011, lo stesso utente cambiò leggermente idea e propose di chiamare l’unità più piccola di bitcoin (0,00000001 BTC) “austrian” o “satoshi”^[2].

La proposta definitiva venne inviata il 18 febbraio 2011 dall’utente marcus_of_augustus che postò: “100 milioni di satoshis = 1 bitcoin. Siamo d’accordo?”^[3]. A questa proposta risposero affermativamente alcuni utenti e l’uso di satoshi come più piccola unità di misura di bitcoin prese piede.

Il termine “satoshi” viene usato sia per identificare “un satoshi” al singolare, o “più satoshi” al plurale. Come hai potuto leggere in precedenza, in inglese viene usato anche il termine “satoshis” come sostantivo plurare.

Mentre nel gergo colloquiale il satoshi può essere definito anche “sat” al singolare e “sats” al plurale.

Perché i satoshi sono importanti?

Torniamo un attimo indietro al 6 febbraio 2010 quando su Bitcointalk.org l’utente BlueSky aprì il topic intitolato: “Quanto sono divisibili i bitcoin e altre domande di mercato/economiche”^[4], chiedendo se il bitcoin fosse divisibile.

Infatti si poneva il problema dell’utilizzo di bitcoin all’aumentare del suo valore, poiché acquisire anche solo un singolo bitcoin sarebbe potuto diventare proibitivo per molti (cosa che a distanza di 14 anni possiamo confermare). Perciò voleva capire quanto era divisibile un bitcoin affinché fosse possibile utilizzarlo come moneta per gli scambi anche in futuro.

La risposta arrivò un paio d’ore dopo proprio da Satoshi Nakamoto che disse che effettivamente 21 milioni di monete stanno abbastanza strette a una popolazione mondiale di 6.8 miliardi di individui, ma di non preoccuparsi perché alla visualizzazione standard di allora: 1.00 bitcoin, vi erano altri 8 zeri decimali^[5] spiegando di fatto che un bitcoin è divisibile in 100 milioni di unità (essendoci quindi 2.1 quadrilioni di satoshi totali).

Perciò i satoshi sono importanti perché offrono:

• Flessibilità nelle transazioni: grazie alla possibilità di dividere un bitcoin in centomilioni di parti, gli utenti possono eseguire transazioni di valore molto basso, indispensabili soprattutto per micropagamenti (per esempio pagare un caffè).
• Accessibilità: i satoshi rendono il Bitcoin accessibile a un pubblico più ampio, permettendo investimenti a partire da frazioni minime (nel momento in cui scriviamo 17 satoshi valgono 1 centesimo di euro).
• Adattabilità futura: se il valore di bitcoin dovesse aumentare ulteriormente, i satoshi garantiranno che la criptovaluta possa essere utilizzata senza la necessità di transazioni di alto valore, soprattutto in soluzioni layer2 come Lightning Network.

Applicazioni pratiche

Oggi è possibile fare micropagamenti senza pagare le transaction fee della rete Bitcoin semplicemente utilizzando soluzioni layer2 come Lightning Network.

Per esempio esistono piattaforme specifiche come Bitrefill (clicca qui per visitarlo) che permettono di spendere sats sotto Lightning Network per comprare buoni digitali utilizzabili nella vita di tutti i giorni, come buoni benzina per fare carburante all’auto, buoni spesa per comprare gli alimenti al supermercato ecc.

Possiamo quindi affermare che grazie alla divisibilità di un bitcoin in cento milioni di satoshi, già oggi è possibile vivere quasi esclusivamente utilizzando bitcoin come metodo di pagamento. Ovviamente bisogna appoggiarsi a piattaforme che permettano di scambiare i sats in buoni spesa, ma questo permette di aumentare i casi d’uso e l’adozione di Bitcoin.